ALLA PARTECIPAZIONE OPERATIVA
La questione della
partecipazione ha ricevuto una notevole attenzione negli ultimi tempi, essendo
i cittadini sempre più consapevoli dei diritti dell’infanzia e
dell’opportunità, per i bambini, di difendere in modo efficace le questioni
critiche che riguardano la loro vita.
La partecipazione dei bambini e degli adulti alla vita
sociale, scolastica e lavorativa, può avvenire a vari livelli e si può
manifestare in molteplici forme.
Il più comune strumento utilizzato per misurare
il grado in cui una persona sta partecipando, è la Scala della partecipazione
messa appunto da Roger Hart nel 1991. Essa si sviluppa su otto gradini, di cui i primi tre, partendo
dal basso, rappresentano i modelli di non partecipazione e gli altri cinque
identificano i livelli di partecipazione.
Hart R., (1992), Children’s participation. From tokenism to citizenship,
Innocenti
Essays n°4, UNICEF, Istituto
degli Innocenti, Firenze.
Secondo Hart, se gli eventi indicati nel secondo e terzo gradino della Scala sono organizzati in modo più coinvolgente e i bambini si sentono a proprio agio, possono rappresentare strumenti validi per un'efficace partecipazione, anche se a basso livello.
Egli sostiene, inoltre, che gli adulti di solito non sono capaci di rispondere alle iniziative proprie dei ragazzi senza rinunciare al loro ruolo direttivo, dunque è raro trovare progetti ideati ed avviati dai soli bambini.
Nonostante ciò, a partire dagli anni Settanta, sia negli USA che in Italia, sono stati avviati dei progetti in cui si è sperimentata una vera e propria partecipazione, poiché la presa di decisione è stata condivisa con i ragazzi, che hanno potuto anche esercitare un controllo su ciò che si è verificato lungo il percorso esperienziale.
Il sapere esperto dei tecnici o degli adulti e il sapere comune e ingenuo delle persone che vivono, lavorano o studiano in una realtà cittadina, si fondono in nome del comune obiettivo di creare progetti partecipati dalla comunità, in ogni sua espressione e rappresentazione.

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