mercoledì 27 giugno 2012

I bambini e la progettazione partecipata del territorio



Crescere è dar corso ad una storia irripetibile 
fatta di esperienze e di rapporti con il mondo.
La struttura dello spazio, 
i referenti presenti, 
le occasioni di esplorazione
sono parte di questa storia che chiamiamo persona.




L’ambiente in cui viviamo svolge una funzione modellante dell’identità umana: vi sono fattori ambientali e di natura sociale che incidono sulla crescita e sullo sviluppo, e che influenzano il modo di relazionarsi con l’altro.
L’ambiente influenza il processo di costruzione dell’identità del bambino e dell’essere umano in genere, contribuendo anche alla costruzione di un gusto per i colori, per i materiali, gli oggetti, le decorazioni.
Lo spazio di vita progettato per i bambini è uno spazio di relazione, un luogo che i bambini devono innanzitutto scoprire per conoscerlo e poi anche conquistarlo. Lo vivranno molto intensamente e fisicamente, sperimentandolo con tutti i loro sensi. Inventeranno un gran numero di modi per usarlo, molti dei quali neppure previsti da chi lo ha progettato e costruito. È proprio questa la funzione principale che uno spazio educativo dovrebbe svolgere: dare modo ai bambini di sviluppare la propria creatività e strutturare la propria identità ed il proprio carattere.
Ne consegue che i bambini sono, di diritto, soggetti da interpellare nelle decisioni che vanno a incidere sullo stato dell’ambiente urbano, educativo e scolastico, al fine di assicurare una sempre migliore qualità di vita.
Nelle esperienze di progettazione partecipata, i progetti proposti dai bambini appaiono come minimalisti, caratterizzati da strutture elementari e volti all’essenzialità della vita quotidiana, senza aggiunta di oggetti, giochi e arredi inutili e inutilizzabili che avrebbero solo la funzione di riempire lo spazio, così come invece accade nelle proposte avanzate dagli adulti.
È ovvio che pianificare e progettare luoghi o situazioni idonee alla vita dei bambini e dei ragazzi in città richiede cambiamenti significativi nelle consuete pratiche di pianificazione urbana; si ridefiniscono le priorità, i metodi di lavoro ed i contenuti dei progetti. Ne deriva che il modo più efficace per integrare i bisogni dei più piccoli nel progetto urbano è ascoltarli e farli partecipare in modo attivo alla progettazione.
L'idea portante che dovrebbe guidare un tale percorso è che sicuramente che c’è un rapporto continuo, dialogante tra gli spazi e la qualità dell’apprendimento. Per questo è necessaria una riflessione sull’importanza che l’ambiente riveste nella pedagogia che si occupa dell’infanzia. Quando un bambino esprime un desiderio su come vorrebbe che fosse costruito o arredato un certo ambiente, è come se stesse chiedendo quale educazione vorrebbe ricevere. In effetti, per apprendere, i bambini hanno bisogno di un contesto che incoraggi l’esplorazione e la curiosità, che sostenga la motivazione alla conoscenza e consenta l’abitudine alla riflessione.
Reinterpretare il ruolo educativo dell’adulto e reinventare il contesto di vita dei piccoli, sono segnali di una nuova attenzione rivolta ai bambini.






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