martedì 9 luglio 2013

Partecipare con il corpo

In alcune culture, in Italia poco, è considerato normale che le mamme, i papà e i caregivers portino con sé i bambini avvolti in fasce, aderenti ai loro corpi. 
In questo modo, i piccoli possono da subito prendere parte alle attività quotidiane che caratterizzano la vita familiare, possono osservare il mondo intorno mentre si sentono protetti dal corpo materno anche adesso che non si trovano più nell'utero, e non dall'interno di un box o di un seggiolone che non trasmette emozioni rassicuranti. 
In più, il bambino esercita i muscoli del proprio corpo alla ricerca dell'equilibrio, senza che sia adagiato e legato nelle "sdraiette" che non stimolano alla sperimentazione propriocettiva. 
La madre, dal suo canto, trasportando il bimbo in questo modo può recarsi ovunque e avere le mani libere per fare qualsiasi cosa, il tutto mentre offre calore corporeo e amore materno al suo piccolo.

Il bambino trasportato in fascia o in un marsupio vive le esperienze in maniera più tranquilla e serena, piange meno, impara a conoscere le abitudini dei propri genitori, sperimenta il mondo esterno partendo da un abbraccio sicuro e si sente pronto ad esplorare il mondo al momento giusto.
Il contatto continuo rende la mamma pronta e partecipe ai bisogni del proprio bimbo, soprattutto se si tratta di una prima esperienza. Il neonato ha i suoi modi di comunicare e il rapporto empatico che si instaura con i genitori permette loro di comprenderlo senza dover ricorrere a chissà quale consiglio di esperti.
Il contatto fisico, dunque, crea partecipazione per tutti: il bambino inizia a conoscere la vita in famiglia e ne prende parte fin dalla nascita, i genitori partecipano allo sviluppo interno del bambino percependo le sue emozioni e rispondendovi attivamente. 
Tutto ciò esiste da sempre in natura, basta rifletterci.


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