giovedì 1 novembre 2012

per non calpestarli...

"L'ombra della zampa dell'elefante. 
Salvare i servizi per salvare i diritti"


Ritorno sulla questione scarsità di risorse destinate ai servizi e salvaguardia dei diritti. Questa volta voglio farlo attraverso le parole di Maura Forni* in un articolo che a breve verrà pubblicato sulla rivista “Animazione sociale”.
……….L’immagine della zampa di elefante me l’ha suggerita un collega che ha detto “noi siamo qui a guardare in terra per contare le formiche e intanto arriva l’elefante che ci calpesta”. Oggi, l’importante non è guardare la formica, ma tenere lo sguardo alto. La zampa dell’elefante è molto vicina, tra patti di stabilità e impossibilità di assunzioni nel pubblico. Vedo il rischio molto forte che qualcuno si alzi e dica: “A cosa servono i servizi sociali ? A spendere soldi”. E noi rischiamo di esserne travolti se non riusciamo ad argomentare perché ha senso tutelare i diritti dei minori. Se non facciamo valutazioni sugli effetti dei nostri servizi – ma valutazioni condivise perché, molte volte, ogni professionista valuta cose diverse con schemi diversi.
Il problema oggi non è salvare i servizi così come li abbiamo fin qui costruiti, ma salvare ciò che con i servizi si intendeva tutelare: la crescita e l’educazione dei bambini. Di tutti i bambini, soprattutto di quelli che hanno una vita talmente svantaggiata che ne portano i segni e le ferite. Si tratta di fare invenzioni sociali, valorizzando i semi di quelle esperienze che funzionano perché mobilitano le reti del “villaggio”. Oggi ci sentiamo depressi e questa impotenza frena la nostra capacità ideativa. Ma credo che come esiste una resistenza individuale possa esistere una resistenza comunitaria, cioè una capacità dei nostri contesti sociali di reagire alla crisi e costruire una visione del futuro. Allora dobbiamo lavorare dentro la comunità, con la comunità. Dobbiamo cercare i semi di quello che stiamo facendo. Dobbiamo studiare l’efficacia delle nostre pratiche. Ci sono situazioni che vediamo risolversi: cosa ha funzionato in quei casi? Dobbiamo capirlo. Dobbiamo mettere a punto strumenti prognostici, che siano capaci di individuare che cosa produce danni nei percorsi di crescita. Di fronte a un ragazzino che sta male, dobbiamo capire cosa si sarebbe potuto fare prima. E dobbiamo dirlo agli amministratori quali sono i danni sociali in prospettiva di certe scelte. Non possiamo pensare di mettere noi operatori “la pezza” a tutto. L’ombra dell’elefante cominciano ormai a vederla tutti. E allora, l’intelligenza si muove. Parlavo l’altro giorno con un responsabile del servizio di neuropsichiatria infantile, oggi in pensione, e mi diceva - “dobbiamo riconoscere che i cambiamenti più grossi anche la psichiatria li ha fatti in situazioni di emergenza. Quando c’era la guerra ci dicevano : “ questo rimettilo a posto in fretta perché devi mandarlo al fronte”. Allora può essere che siamo fatti così: che un po’ tendiamo ad accomodarci, ma quando si profila l’ombra dell’elefante mobilitiamo risorse impensate. Se sarà così, come mi auguro, questo sarà il volto buono della crisi.
*Maura Forni è responsabile del Servizio coordinamento politiche sociali e socio educative; programmazione e sviluppo del sistema dei servizi dell’Assessorato alle Politiche sociali - Regione Emilia-Romagna

Teresa Marzocchi
Assessore alle politiche sociali

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